BUCA DEL CORNO - ENTRATICO


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Dell'Olio L. descrizione - 1

DOCUMENTI > INTERESSE MULTIPLO

Dell'Olio Luca e Tironi Diego, 1983
EVOLUZIONE BUCO DEL CORNO, LO.1004 ENTRATICO
Gruppo Speleologico Bergamasco Le Nottole

Introduzione

Le note bibliografiche scientifiche risalgono alla fine del settecento. Il Mangili la utilizzò per uno studio sulla vita dei pipistrelli. Il Forsyth Major ne studiò i primi rudimenti paletnologici, e lo Stoppani ne "Il Bel Paese" ne fece una colorita descrizione nel 1875. Vari altri studiosi si interessarono della cavità, in special modo nel settore paletnologico l'Amighetti, Chiesa, Malanchini e Maviglia; un forte impulso alla ricerca biospeleologica venne data dal Boldori.

Toponimi

La grotta fine citata sia nella bibliografia e dagli abitanti della valle cavallina in vari modi, che testimoniano la popolarità nel tempo della grotta.
I toponimi citati sono: GROTTA LA BUCA - GROTTA DI ENTRATICO - GROTTA DEL ENTRATICO - BUCA DI ENTRATICO - BUS DI SGRIGNAPOLE - BUCA DEL PALAZZO DEL CORNO - BUCA DEL CORNO - BUS DEL COREN - BUSA DEL COREN.
In questa monografia adottiamo il nome italiano di Buco del Corno, corrispondente in dialetto Bus del Coren.



Luca dell'Olio

Dati catastali

denominazione dialettale: Bus del Coren
denominazione italiana: Buco del Corno
comune: Entratico
località: Palazzo del Corno
numero catastale: Lo 1004
carta topografica I.G.M. foglio: 33 II SE
tavoletta: Trescore Balneario
coordinate U.T.M. : long. 2° 34'19" latit. 45°4' 37"
dislivello totale : + m 36
Lunghezza ramo principale in proiezione: m 160
lunghezza ramo principale reale:m 202
sviluppo complessivo con diramazioni: m 385
andamento prevalente: ascendente
geologia: calcare di Domaro
idrologia: emettente

Descrizione

La grotta del Buco del Corno di Entratico (tav. n.1) è situata nell'appendice nord del monte Sega a quota metri 470 sul livello del mare, tipica cavità da interstrato che si sviluppa per m 385 dei calcari del Lias medio (Domeriano) con un livello complessivo in ascesa di metri 36. La grotta si presenta con una tipica configurazione di condotta forzata (condotte circolari) poco alterata dalle acque a scorrimento a pelo libero; l'andamento iniziale si sviluppa in direzione sud-est mentre la parte terminale in direzione sud-ovest. Queste direzioni sono dovute all'andamento preferenziale di due diaclasi principali e varie secondarie. Il pavimento è prevalentemente in roccia con clasti fluitati di diverse dimensioni sparsi in concentrazioni diverse in tutta la cavità, che è percorsa in tutta la lunghezza del ramo principale da un incostante corso d'acqua.
L'ingresso si presenta con forma ovaleggiante largo m 9, alto m 4. Nel lato sud-ovest si apre il meandro secondario, una galleria meandriforme di metri 2 di larghezza per metri 2,80 di altezza, lungo metri 10, il cui pavimento è composto da terriccio, argilla con residuo fluviale molto minuto; in particolari condizioni tra questo materiale affiora una risorgiva. Proseguendo nella galleria principale, attualmente di forma ovaleggiante schiacciata, metri 5 di larghezza e metri 3 di altezza, si giunge alla Sala dell'Altare porta a metri 30 dall'ingresso, larga metri 10, alta metri 3,50 che prende il nome da una concrezione posta sul lato destro (ovest) è formata da una voluminosa stalattite a cascata con altrettanta voluminosa stalagmite. Poco più avanti, metri 42 dall'ingresso, è situata la Sala del Pozzo a Erosione Inversa, di metri 7 di larghezza e metri 4 di altezza. Questa sala prende il nome da un antico pozzo spiraleggiante posto sul lato sinistro (Nord-est) della galleria e malgrado la forte demolizione fisico-idrica conserva bene le sue caratteristiche. Proseguendo la galleria cambia aspetto, assume un assetto più circolare, prende restringersi lateralmente fino a diventare meandriforme. La direzione attuale della galleria è verso sud sud-est. A m 63 dall'ingresso sulla parete sinistra (Nord-Est) si sviluppa per metri 7 una condotta circolare di metri 0,80 di diametro che risulta parzialmente invasa da acqua e fango sul pavimento. A metri 77 dall'ingresso nella parete destra (ovest) un meandro largo metri 1,80, lungo metri 2 è alto metri 2,80, porta alla Sala della Cascata di metri 7 di lunghezza per metri 3,50 di larghezza e metri 9 di altezza. Questo ambiente prende il nome dalla imponente cascata calcarea che ricopre tutta la parete ovest. Sulla sommità di questa cascata un piccolo meandro attivo, impraticabile alle persone, convoglia all'interno durante le precipitazioni meteoriche una discreta quantità d'acqua con foglie e rami di piccole dimensioni. In questa sala è molto evidente il fenomeno di fusione della temperatura esterna con l'interna che si presenta migliaia di gocce d'acqua appiccicata alle pareti. Poco più avanti, a metri 80 dall'ingresso, si trova il Meandro delle Vaschette di metri 2,50 di larghezza e metri 3 di altezza, queste piccole vaschette di grotta sono situate sul pavimento nel lato destro; vengono incrementate anche attualmente da una risorgiva che esce da un piccolo buco della parete. Ora siamo a metri 85 dall'ingresso sempre nella galleria principale che subisce due pieghe ad angolo retto, una in direzione ovest-est e l'altra in direzione sud-est; questo settore prende il nome di Meandro della Doppia S che termina metri 118 dall'ingresso. Molto evidente anche in questa parte la furia erosiva e dissolutiva delle acque che originariamente vi scorrevano. Ora da un foro di metri 0,80 di larghezza per metri 1,15 di altezza si penetra nella Sala del Vortice o di "Sgrignapole" (la sala più vasta del complesso ipogeo) salone di metri 10 di lunghezza, metri 8 di larghezza e metri 13 di altezza che si sviluppa in direzione sud. Le caratteristiche peculiari di quanto si asserisce sono una forte erosione circolare sulle pareti dovuta sempre alla violenza dell'acqua che tentava anticamente di demolirne il soffitto. La sala deve il suo secondo nome allo Stoppani che, rinvenendovi centinaia di pipistrelli, la citò in dialetto "sgrignapole"; questo nome dialettale fini alcune volte per essere citato come nome della grotta. La conformazione della roccia si presenta ora diversa, mentre nella parete iniziale è compatta con inclusioni lenticolari di selce alternata; la parte di fondo si presenta molto fratturata, con una accentuazione di lenti selcifere. Questa roccia dà l'impressione di essere un pseudo conglomerato che non si esaurisce in questo punto ma si estende fino alla Sala delle Salamandre (finale). Da questa enorme sala si può progredire in due direzioni, una seguendo l'acqua lungo la galleria principale, l'altra salendo sulle rocce per metri 3,40 a sinistra del fronte della sala da dove inizia l'antico meandro che dette origine alla grotta, di sezione ovaleggiante, (m 3 larghezza per m 6 di altezza). Il meandro si sviluppa prevalentemente fino a metri 114 dall'ingresso in direzione sud-est poi piega a destra di 120° in direzione nord-ovest per metri 9 (l'ingresso metri 153) da questo punto la galleria meandriforme superiore si sovrappone e comunica col galleria inferiore (ramo principale l'attuale) tramite una fessura nel pavimento larga mediamente metri 0,50-0,70. Questa sovrapposizione con relativa fessura si estende per circa metri 11, poi il pavimento ridiventa compatto per altri 17 m fino alla Saletta del Labirinto posta a m 181 dall'ingresso. In questa saletta si accede scendendo a pressione lungo le pareti del meandro con un salto di metri 2,50. Ora si prosegue salendo in direzione ovest per metri 24 nel meandro che era originariamente che in tempi antichi principale (ora secondario), di metri 1,50 di larghezza per metri 2,50 di altezza; questa parte è caratterizzata dalla presenza di un leggero strato di fango-argilla sulle pareti che sul pavimento. Al termine di questo meandro si accede alla Sala della Frana a metri 205 dall'ingresso, lunga metri 7, alta metri 2,50, larga metri 4; è caratterizzata da una forte presenza di argilla sul pavimento, in speciale modo sulla parete di fondo (ovest) ove si è formato un conoide di deiezione composto da argilla e massi incoerenti, tipica configurazione di cedimento dolinico dall'esterno all'interno. Probabilmente questo doveva essere il secondo ingresso attivo della grotta franato in tempi non molto antichi. Questa sala segna ora il termine di questo ramo secondario posto a metri 273, con un dislivello in ascesa di metri 28,50 dall'ingresso. A destra di questa sala (Nord) a metri 1 di altezza, si apre un meandro leggermente ovaleggiante di metri 0,80 di larghezza per metri 1 di altezza, che dopo 5 m porta a una saletta con pozzetto profondo metri 1,50, alta metri 3 larga metri 3,50, termine roccioso di questo ramo secondario posto a metri 275 dall'ingresso. Dalla Sala del Vortice (o delle Sgrignapole) proseguendo lungo la galleria meandriforme del ramo principale si giunge ad un restringimento di metri 1,50 di larghezza per metri 3 di altezza nel cui soffitto è presente la fessura che mette in comunicazione con il ramo superiore a metri 153 dall'ingresso. Poco più avanti, ora a metri 176 dall'ingresso, un foro circolare posto a filo del pavimento nel lato destro (ovest) dal diametro di metri 1, porta in una stanzetta di metri 1,80 di base, alta metri 1,20 e larga metri uno, sede di una sorgente perenne. A metri 181, sempre dall'ingresso, è posta la Saletta del Labirinto di cui si è descritto il ramo ovest, ora la descrizione riguarda il ramo sud, attualmente il principale largo metri 1 e alto metri 2,80, questa galleria porta alla Sala delle Salamandre (finale) a metri 185 dall'ingresso; questa misura metri 3 di larghezza per metri 5 di lunghe che metri 8 di altezza; nella parete frontale (sud) a metri 1,80 da terra si apre un meandro largo metri 1 per metri 2 di altezza, che termina dopo metri 4 in un'antichissima frana da cui fuoriesce ancora un filo d'acqua, questo meandro il posto a metri 194 dall'ingresso con un dislivello complessivo di metri 18. A questo punto termina il percorso agibile, d'ora in avanti la grotta è percorribile solo da esperti. Nel punto di giunzione tra la parete frontale (sud-est) e il soffitto, un foro ovaleggiante di metri 0,80 di larghezza e metri 0,60 di altezza, lungo m 6 porta alla base, larga metri 2 lunga metri 10 di una dolina attiva (ingresso attivo) risalito questo ingresso imbutiforme per metri 12 si esce all'esterno; in questo punto il perimetro ovaleggiante esterno della dolina risulta largo metri 9 lungo metri 17 ed è posto a metri 201 dall'ingresso con un livello complessivo in ascesa di metri 36 (tavola n° 1 - pianta e sezione della grotta).

continua ...


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