BUCA DEL CORNO - ENTRATICO


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Zambelli R. 1994 - 8

DOCUMENTI > GEOLOGIA

Un problematico antico ghiacciaio
Era iniziata da poco tempo la elevazione del territorio, quando una invasione glaciale ancora molto misteriosa lo ricoperse. Ne scopersi i massi erratici provenienti dalla Val Camonica nella regione del Monte Misma fino ad una quota di circa 900 metri. Tale invasione glaciale non ha nulla a che fare con le glaciazioni classiche verificatesi durante l'ultimo milione di anni, glaciazioni che sono ben conosciute: i ghiacciai di queste non arrivarono a Trescore, mentre quelli della ancor misteriosa glaciazione erano avanzati moltissimo.
Ma un ghiacciaio che avesse raggiunto quasi l'altezza del Monte Misma avrebbe lasciato delle tracce assai significative, che invece mancano. Evidentemente i numerosi massi erratici del Misma sono stati portati da un antichissimo fenomeno verificatosi prima che il monte venisse elevato. Su una rivista scientifica pubblicai la notizia dei ritrovamenti; uno studioso svizzero avendola letta mi scrisse che stava studiando le tracce di una glaciazione sulle Alpi e fino a Como, che doveva essersi verificata in tempi che si aggirano attorno ai venti milioni di anni fa. In quel tempo il Cherio aveva appena iniziato ad incidere il solco della Val Cavallina. Sarebbe stato invaso allora da un ghiacciaio non ancora noto.

Graduale escavazione della valle
Rimangono invece tracce delle tappe percordall'antica erosione della valle. Qui con le date dobbiamo giocare a caso. Se ci piace possiamo fissare a 20 milioni di anni fa, subito dopo la grande misteriosa glaciazione antica, il primo solco della Val Cavallina ed i resti del pianoro che, sopra la Buca, costituisce la superficie del terzo gradino. In quel tempo sarebbe iniziata la corrosione dei canali sotterranei allagati e l'escavazione delle gallerie rotonde della Buca.
Possiamo pensare che dodici milioni di anni fa l'erosione fosse giunta ad un livello inferiore a quello della Buca e avesse allargato il fondo valle creando il pianoro all'esterno dell'ingresso (secondo gradino).
Forse sei milioni di anni fa il solco del Cherio era all'altezza della Chiesa di Entratico ed aveva creato il pianoro sul quale poi sarebbe stata costruita la borgata (primo gradino). Sei milioni di anni fa: la data è di estrema importanza. In quel tempo il territorio si era sollevato quasi fino alle quote attuali. Era più basso di due-trecento metri, quindi la pianura padana era ancora una fossa occupata dal mare che raggiungeva Trescore. Col mare di fronte che ne frenava la violenza, il fiume aveva smesso di erodere; non poteva più approfondire il solco della Valle.
Le Alpi con i loro fiumi e gli Appennini con i loro canali avevano forme e posizione molto simili alle attuali; il mare Mediterraneo rassomiglia al Mare nostro. È un mare che, mediante l'evaporazione, perde troppa acqua rispetto a quella che gli ritorna attraverso le piogge. L'acqua mancante gli viene continuamente rifornita da una corrente che, attraverso lo stretto di Gibilterra, proviene dall'Oceano Atlantico.
Sei milioni di anni fa; un piccolo spostamento del continente africano ha tappato lo stretto, facendo venir meno il rifornimento dell'acqua. Poco a poco il Mediterraneo si prosciugò e al posto del mare padano che era collegato al Mediterraneo, rimase una profonda fossa asciutta. Queste condizioni permisero al Cherio di riprendere ed intensificare l'erosione del fondovalle. Il fiume, raggiunta la vecchia spiaggia di Trescore prosciugata, si trovava di fronte un ripido pendio che arrivava al fondo della fossa padana.
Il Cherio si buttò su quel pendio, accelerò la velocità delle acque e ricominciò vigorosamente a scavare. Nello stesso periodo l'Oglio incise il solco oggi occupato dal lago d'Iseo. Il Cherio, più debole, scavò meno, però anche il suo lavoro non è da sottovalutare. Il solco scavato a Endine è oggi in parte occupato dal suo lago; il solco scavato sotto Entratico è in parte riempito dalle successive alluvioni.

L'ultimo ritorno del mare
I fiumi ebbero a disposizione un milione di anni per completare la loro ultima grande escavazione. Cinque milioni di anni fa (inizio del periodo pliocenico) l'Africa permise la riapertura dello stretto di Gibilterra e l'acqua tornò a colmare il Mediterraneo ed anche la fossa padana. Il mare tornò non solo fino a Trescore; ma invase anche il fondo delle valli che erano state approfondite. In Val Camonica quasi certamente raggiunse Darfo; in Val Seriana ad Albino si trovano ancora i fanghi e le conchiglie di quel mare. Sotto Entratico la valle troppo stretta venne ripulita del materiale marino da parte delle grandi alluvioni dei successivi periodi glaciali. Ma non siamo lontani dal vero se immaginiamo il territorio di Entratico con le sue colline e vallette già quasi precise alle attuali, e una lingua di mare che sul fondo penetrava nella valle forse almeno fino a Borgo di Terzo. Zandobbio era un grande golfo. Nei campi di Torre de Roveri si trovano ancora i gusci delle conchiglie di quel mare, che lambì il nostro territorio fino a quasi due milioni di anni fa. Nel golfo di Zandobbio semichiuso dalle colline di Monticelli e di Gorlago la circolazione dell'acqua era impedita, e sul suo fondo si accumulò una quantità di putridume che poi venne aggredito da moltitudini di batteri. Ne conseguì la fissazione di zolfo che, trasformato da altri batteri, permise la formazione delle salutari acque solforose che risalgono nelle sorgenti minerali.

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